domenica 6 novembre 2016

La produzione italiana...

La produzione italiana nel campo degli hi fi...





Oltre ai giapponesi e americani, piuttosto che tedeschi e danesi,
anche noi italiani avevamo una ottima produzione di apparecchiature e componenti hi fi.
Devo dire, però, che ai quei tempi era parecchio snobbati dagli appassionati, perché
mancavano, forse, di quella "appariscenza" che in quel contesto era necessaria.
Vu meter, led, spie, scale parlanti enormi e con un intrigante illuminazione erano quasi indispensabili per gli appassionati che, oltre a sentire bene, volevano appagare anche l'occhio.
Avevamo una produzione di apparecchi di fascia economica, ma che in ogni caso poteva essere classificata come vero Hi Fi per quanto riguarda le norme DIN tedesche...un po' meno per quanto riguarda le norme SAE americane.
Queste marche potevano essere la Europhon (poi diventata tedesca), Audiola, Augusta, Majestic.
Suonavano discretamente per il prezzo, ma non potevi vantarti con gli amici...
Ti ridevano dietro, dicendo che quello non era "vero" hi fi...
A dire il vero, qualche particolare che non andava, in questa fascia "economica", lo si poteva trovare.
Ad esempio Vu meter e indicatori di sintonia e di campo "striminziti"...illuminazioni fioche e bianco pallido...
Questo alla vista...
Al tatto...interruttori con scatti rumorosi...manopole della sintonia magari in alluminio, ma cave...Le circuitazioni, però, erano quelle classiche dei data sheet dei componenti forniti dai produttori...quindi...

 

  

domenica 10 aprile 2011

...Limiti dei compatti "economici"...

Come vi avevo fatto notare, questi "compatti" erano il modo più semplice per ascoltare della buona musica. Anche perché è doveroso fare una considerazione. La maggior parte delle persone, quella volta, ascoltava la musica in maniera abbastanza empirica con apparati anche buoni ma poco avanzati.

Per quanto riguarda i dischi, molto usati erano i mangiadischi.

Non so quanti di voi se li ricordano, ma la loro peculiarità era la portabilità.

Funzionavano a batteria (torcia/mezzatorcia), bastava inserire il disco nella fessura, veniva catturato e suonava. 
Naturalmente riproducevano solo i 45 giri.

Molti erano dotati di maniglione per il trasporto, ma al mare, o quando si andava in  gita o a fare un pic-nic erano una buona soluzione.
Non per i dischi però, perchè la puntina, sicuramente faceva una pressione eccessiva sul vinile e dopo qualche suonata il disco non si riproduceva con la stessa qualità.

Questo era, però, un problema anche dei compatti economici.
La pressione di appoggio della puntina sul disco, per quelli che usavano le testine ceramiche/piezoelettriche era molto alto ed erano privi della regolazione antiskating.
(L'antiskating è la compensazione della forza di skating che spinge la testina verso il centro del disco).

Tornando al discorso di prima, chi ascoltava la radio, ascoltava normalmente le trasmissioni  AM in Onde Medie, con la qualità che sapete anche voi.

Con l'avvento delle radio libere in FM, dal 1976, le cose sono cambiate parecchio.


Le radioline FM suonavano decentemente, anche per la qualità intrinseca della modulazione di frequenza.
Poi uscirono anche i radioregistratori stereo portatili con casse ampie e con un suono potente e piacevole anche se non HiFi.


Quindi ascoltare la radio con un compatto, per quanto economico, era comunque piacevole. Tra l'altro era secondo il mio parere, la componente che suonava meglio.


Parlando sempre di quelli economici, un altro problema erano le casse.
Usavano diffusori con altoparlanti a banda larga (o ampia), che sì suonavano bene, ma senza quella precisione nei dettagli che solo un diffusore multialtoparlante a 2 o 3 vie può dare.

domenica 27 marzo 2011

,,,I "compatti" o "Studio" degli anni '80...

Come vi avevo accennato, vi erano diverse "scuole" per quanto riguarda la progettazione e lo stile degli apparati negli anni '80.
Negli anni '70 forse era la scuola europea - tedesca/olandese - la più importante e famosa.

I loro pezzi Hi Fi erano molto voluminosi, pesanti e pieni di luci e vu meter.
Usavano per i tuner scale parlanti molto grandi e illuminate, con potenziometri e commutatori di tipo slider.

Molto scenici, sicuramente robusti e rispondevano alle specifiche tecniche DIN 45500 per ciò che riguardava i parametri di valutazione degli apparati stessi e cioè per esempio: distorsione, risposta in frequenza, banda passante, valutazione della potenza max e così via.
Magari più avanti andremo a verificare nello specifico.
Normalmente usavano casse e amplificatori accoppiati a 4 Ohm.

Il suono, come consetudine, era molto brillante, marcato su acuti frizzantini e bassi potenti.


Ricordiamoci che quella volta, avere uno di questi apparati non era cosa da tutti e, le differenze tra una radiolina FM o magari AM 
erano davvero abissali

In quel periodo erano comparsi anche i cosiddetti "compatti" o "studio", cioè apparecchi quasi sempre completi di tuner, giradischi, amplificatore e tape deck.

Da una gamma economica quale era quella marchiata EUROPHON o IMPERIAL, si andava alle marche di medio prestigio quali PHILIPS, AUGUSTA e Inno Hit (italiane), a quelle più blasonate quali la GRUNDIG, SABA, NORDMENDE e TELEFUNKEN.

Con le loro luci e i loro coperchi in plexiglass facevano una bella figura e il suono meravigliava, per quanto "pompato" anche se forse poco HI FI.

Qualcuno era dotato anche di un sontuoso piedistallo.

Quasi tutti erano dotati di buoni sintonizzatori stereo, però a qualcuno, la scala si fermava a poco più di 104 MHz. Un gap per quel periodo in cui l'etere si stava affolando di radio libere. 
Molte emittenti, anche di tipo "parrocchiale", usavano per motivi di costo, trasmettitori di bassa potenza o addirittura autocostruiti.
Per farsi sentire, quindi, uscivano dalla giungla delle frequenze spostandosi nell'intervallo 104 - 108 MHz.
I compatti più economici avevano il giradischi (o "piatto") con la testina piezoelettrica, e un braccetto molto pesante, con spaventose pressioni sulla puntina, quindi non Hi Fi, anche se suonavano decentemente.

I più costosi avevano giradischi che non avevano nulla da invidiare ai pezzi singoli.

Stessa cosa per ciò che riguarda i tape deck.

Questi apparati erano comunque il mezzo per avvicinarsi all'alta fedeltà, anche se in qualche caso non era proprio il più economico, almeno per quanto riguarda gli apparecchi più blasonati.
Il vantaggio era che tutto era lì presente, quindi potevo registrare dalla radio, dal giradischi, ascoltare cassette, senza grovigli di cavi.
Lo svantaggio era evidente...non si poteva cambiare nulla, fuorchè la puntina del giradischi entro certi limiti e le casse acustiche.



martedì 11 gennaio 2011

Eccomi a voi...

Eccomi a voi con il secondo post, parlando di questa passione che mi sono
portato avanti negli anni.
Da quello che vedo in rete, sugli annunci di compravendita di ebay o a di altri
siti, vedo che gli appassionati sono molti.
Almeno, da quello che vogliono vendere o comperare....
Questo, come vedremo. è un fatto più che altro positivo,
perchè riusciamo a trovare dei pezzi interessanti, molti comuni,
qualcuno forse no, per arricchire la nostra collezione.
Cosa vuol dire collezione?
Anche qui il concetto è vago, ma orientato sul personale.
Qualcuno è appassionato di una sola marca e colleziona apparati
solo di quel brand, trascurando gli altri.
Qualcuno invece, e vi assicuro che mi è capitato, colleziona solo
un tipo di apparato, ad esempio amplificatori integrarti, traslasciando
tuner, giradischi e tutto il resto.

Questo Blog...
In questo blog  vorrei...o meglio desidererei.....
Beh...mettere le foto dei miei apparati....

Ricevere e pubblicare quelle dei vostri....

Scambiarsi dritte sulla riparazione o anche sulla
reperibilità dei pezzi di ricambio....

Alla prossima....le sorprese non mancheranno

venerdì 7 gennaio 2011

Benvenuti in questo Blog

Benvenuti nel mio Blog. Questo è il mio primo post.
Mi chiamo Ermes e sono un appassionato degli apparecchi Hi Fi costruiti negli anni 80.
Quella volta ero molto giovane e l'Hi Fi era una cosa che poche persone potevano permettersi,
visto che il mercato era veramente una nicchia.
Mi ricordo che collezionavo i cataloghi delle varie marche e che c'era una contrapposizione
tra i produttori tedeschi con quelli giapponesi e americani.
E gli italiani?
C'erano anche loro, con ottimi "pezzi", ma apprezzati solo molto dopo.....
Ne parleremo....
E parleremo anche di dove trovare ancora ad un prezzo decente apparecchi simili...
Io ho la mia collezione fatta negli anni...qualche amplificatore, sintonizzatore o giradischi mi
sono stai regalati da qualcuno che voleva "sbarazzarsene" per far posto al 5+1, 7+1 e
chi più ne ha più ne metta.
Ne parleremo....